Okonomiyaki (お好み焼き) è una parola giapponese che significa letteralmente “ciò che preferisci grigliato” ed è il nome di un famoso piatto nipponico, diffuso soprattutto nelle zone di Osaka e Hiroshima, malgrado ne esistano innumerevoli altre versioni. Assomiglia a una fusione tra una crespella e una frittata, ma data la grande varietà di vivande che si possono utilizzare è difficile trovare un piatto occidentale ad esso correlato.
Gli ingredienti principali alla base del piatto sono farina di grano, verza e uova. Come si evince dal nome, gli ingredienti aggiuntivi però variano a seconda dei gusti dei commensali, e spaziano dalle verdure (cipolla, insalata) fino ad arrivare a carne (fettine di maiale) e pesce (gamberi, molluschi).
L’impasto viene mescolato, un po’ come si fa per la preparazione di una frittata, per poi essere messo a cuocere su un’apposita piastra, detta teppan, unta in precedenza con dell’olio, ma è possibile preparare il piatto anche a casa in una semplice padella. Dopo essere stato cotto, il tutto risulterà abbastanza spesso e verrà ricoperto con varie salse e guarnizioni, come maionese e katsuobushi (scaglie secche di tonnetto), un po’ come si fa coi takoyaki.
Oltre a essere le città in cui l’okonomiyaki è più diffuso, Osaka e Hiroshima sono anche in lotta per contendersi i natali del piatto: la prima sostenendo sia stato inventato attorno agli anni ’30 (tant’è vero che spesso viene soprannominato “pizza di Osaka”), mentre la seconda ne fa risalire le origini al secondo dopoguerra (poiché era difficile procurarsi del riso e quindi si usava quello che si aveva a disposizione). Gli storici individuano come suo più probabile antenato il funoyaki, una pietanza che si consumava nel XVI secolo, ma che non aveva ancora alla sua base il frumento, che infatti iniziò a essere impiegato molti anni più tardi per la sua preparazione.