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La giornata delle camelie a Villa della Porta Bozzolo, Casalzuigno (Varese)
Sabato 16 e domenica 17 marzo 2002, nella verdeggiante cornice della Villa Della Porta Bozzolo di Casalzuigno (Varese), si sono svolte “Le Giornate delle Camelie” organizzate dal FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano). In particolare la domenica, grazie alla collaborazione del Consolato Generale del Giappone a Milano, e’ stato possibile assistere a diverse manifestazioni dell’arte e della cultura giapponese.
Ad esempio c’era la possibilita’ di assaggiare il sushi, una delle specialita’ piu’ famose della cucina giapponese, fatto con riso bianco bollito e pesce crudo. Non potevano mancare anche il sake’, cioe’ la bevanda alcolica di riso, e il te’ verde giapponese. Inoltre era possibile acquistare alcuni prodotti tipici giapponesi come i servizi da tavola in porcellana; i famosi bastoncini (hashi), cioe’ le “posate” giapponesi; gli yukata, cioe’ la versione estiva del kimono, piu’ fresca e leggera perche’ di cotone, ecc… Per quanto riguarda le esposizioni e’ stato possibile ammirare una preziosa collezione di antichi vasi giapponesi, un meraviglioso bonsai vincitore del premio dell’Unione Bonsaisti Italiani nell’anno 2000 e la bellissima collezione di bambole tradizionali (ningyoo) di propieta’ del Consolato Generale del Giappone a Milano
In quanto alle dimostrazioni pratiche non potevano mancare le arti marziali, con il Maestro Yoshihiro Ichikura del Kyuudou Club Insai di Milano che con i suoi allievi ha proposto una cerimonia di Kyuudoo, l’arte del tiro con l’arco. Traducendo letteralmente “kyuu” significa arco e “doo” significa via, strada, quindi risulta: “La Via dell’Arco”. Il termine “doo” e’ presente nel nome di numerose discipline giapponesi sia marziali come il Judoo (“Via della Morbidezza”), il Kendoo (“Via della Spada”), che non marziali come lo Shodoo (“Via della scrittura”, cioe’ l’arte della calligrafia giapponese) e il Sadoo (“Via del te’ ” o “Cerimonia del te’ “). Tutte queste discipline cosi’ diverse tra loro hanno in comune il fatto di rispecchiare il pensiero e la sensibilita’ giapponese in quanto traggono origine dalle due principali correnti religiose e filosofiche del Giappone che sono lo Shintoismo e il Buddismo Zen.
A proposito di shodoo (l’arte della calligrafia), e’ stato possibile assistere ad una dimostrazione della Maestra Eriko Iso che con la sua assistente Mikae Sugizaki ha spiegato i fondamenti di quest’arte e dell’uso del fude, il pennello giapponese. Le due maestre hanno anche scritto in giapponese il nome di tutte le persone presenti nella sala che volevano conservare un ricordo dell’interessante esperienza.
Un’ altra dimostrazione molto interessante e’ stata quella di Teatro Noo, una delle forme del teatro tradizionale giapponese. La Maestra francese Monique Arnaud e’ una dei pochissimi occidentali ad aver ottenuto il titolo di Shihan, cioe’ di Maestra in quest’arte. Insieme alle sue allieve ha proprosto diverse rappresentazioni nel corso della giornata, come ad esempio il “mito della caverna”, una leggenda considerata l’origine dello stesso Teatro Noo. La piu’ importante dea giapponese, la grande dea del sole Amaterasu, irritata dai disordini e dalle violenze del fratello Susanoo, dio delle tempeste, si nasconde in una caverna e il mondo sprofonda nel caos e nel buio. Una miriade di kami (dei) si raduna davanti alla caverna sulla ghiaia di un fiume asciutto, tristi e scoraggiati, cercando un modo di riportare la luce. La giovane dea Uzume rovescia un secchio di legno, lega al capo e ai polsi dei rampicanti e, tenendo in mano fasci di rami dell’albero sacro, si mette a danzare e a battere i piedi, facendo risuonare il secchio. Invasata, si spoglia danzando e gli dei riempiono il cielo del clamore del loro riso. La grande dea, incuriosita, apre un p� la porta della caverna. Un kami le pone davanti uno specchio e lei, abbagliata dalla propria luce, esce dalla caverna e riporta nel mondo la luce.
Questo episodio molto conosciuto � la tematica di molti Noo e conferisce al teatro origini e poteri divini: quello di ristabilire un corso benefico delle energie della natura, di riportare alla luce e alla vita quello che sembrava sparito e segno di lutto.
Un’ultima dimostrazione e’ stata quella del Kitsuke’, la cerimonia di vestizione del kimono proposta dalla bravissima Maestra Masumi Yoshimura che ha vestito la sua modella con uno splendido kimono di seta. La parte piu’ complessa da indossare e’ il fiocco sulla schiena, detto obi, che deve essere molto voluminoso e appariscente e per questo necessita di un complicato sostegno realizzato con cordicelle e piccoli cuscini. Alla fine della dimostrazione la Maestra ha anche aiutato due fortunati membri del pubblico ad indossare degli yukata!
Ringrazio di cuore il FAI (Fondo Italiano per l’Ambiente) e il Consolato Generale del Giappone a Milano per avermi dato l’opportunita’ di assistere a questa bellissima festa di inizio primavera nello splendido contorno della Villa Della Porta Bozzolo! Sicuramente ci tornero’ l’anno prossimo, e spero di aver incuriosito anche voi!
Per informazioni: www.fondoambiente.it
Villa Della Porta Bozzolo
Casalzuigno (Varese)
tel. 0332-624136
Raffy
Studente del Corso di diploma in lingua e cultura Giapponese, 1ー anno
Esperienza del cosplay
Ciao, siamo dei soci della TOZAI e quest’immagine ritrae la nostra prima esperienza di COSPLAY alla fiera dei fumetti Cartoomics svoltasi a Milano nel marzo 2002. Il cosplay (abbreviazione di “costume players”) e’ molto diffuso in Giappone tra in fan di anime e manga (rispettivamente i cartoni e i fumetti giapponesi) che si divertono a travestirsi con gli abiti dei loro personaggi preferiti per partecipare a veri e propri concorsi per i travestimenti migliori che si svolgono all’interno delle varie fiere.
Anche in Italia questa passione si sta diffondendo sempre di piu’ sulla scia del successo delle opere di animazione e dei fumetti giapponesi nel nostro paese e proprio come in Giappone ogni fiera che si rispetti ha il suo concorso di cosplay annesso! L’unica differenza e’ che in Giappone questo hobby e’ cosi’ diffuso che esistono veri e propri negozi specializzati dove gli appassionati possono acquistare gli abiti gia’ pronti, mentre in Italia il tutto e’ ancora in una fase molto piu’ fai-da-te (che secondo noi e’ ancora piu’ divertente!)
Noi abbiamo partecipato con i costumi del manga One Piece (da questo e’ stata tratta anche una serie televisiva trasmessa in Italia col titolo “All’arrembaggio”). Purtroppo non abbiamo vinto, ma l’importante e’ partecipare! E siamo gia’ pronti a ripetere l’esperienza con altri costumi e personaggi! ^___^
Pensiamo che il cosplay sia molto divertente perche’ permette di stringere nuove amicizie con altri appassionati durante le fiere, ma anche molto interessante e istruttivo visto che stiamo diventando dei provetti sarti per confezionare gli abiti! Insomma, e’ un hobby molto originale che consigliamo a tutti! ^___^
Raffaella
11 aprile cena di Pasqua
18 ottobre cena con i giapponesi
18 novembre cena “shabu shabu”
Cos’e lo Shabu-shabu?
Lo Shabu-shabu e` una parola nata dal rumore derivato dallo “inzuppare” degli ingredienti nel brodo.
E’ Una pietanza invernale che si mangia direttamente dalla pentola posta al centro della tavola.
16 dicembre cena di Natale
20 gennaio cena con tanti giapponesi
Home party a Bresso
9 dicembre festa di Natale
3 marzo kimono show
28 maggio fiera Rumicon
agosto festa d’estate 1
agosto festa d’estate 2
gennaio viaggio nel mondo di kimono
23-25 marzo cartoomics
13 maggio fumettopoli
agosto classe manga, l’ultima lezione con sushi
ottobre Rumicon 2008
novembre sushi party (sushi incontra shiatsu)
Nihongo party 1
7 giugno Rumicon 2009
Nihongo party2
Nihongo party 2010
Tozai in Cartoomics