Vacanze a Tokyo di Luca

Milano – Malpensa 4 Agosto 2005 – ore 20.30


Mancano poche ore al decollo dell’aereo che mi porterà presto in Giappone, e ancora non ho ben realizzato se si tratti di un illusione o meno.
Mia madre, che ha deciso di accompagnarmi all’aeroporto, è ben consapevole che partirò e che starò via dall’Italia per ben due settimane, io ancora no.
Ci avviciniamo entrambi alle finestre che danno verso la pista degli aeroplani, e con stupore, ci accorgiamo di quanto sia immenso il mio aereo.

Lo sguardo di mia madre non si sposta finché il mio aereo non prende il volo, ed il mio, finché la sua piccola sagoma non diventa invisibile al mio sguardo.
Sono in volo, e solo ora sono cosciente che ciò che un tempo era un sogno, presto si tramuterà in realtà.

Tokyo – Narita 12 ore dopo.


E’ stato un viaggio lungo, ma grazie al confort dell’aereo e alla gentilezza delle Hostess, il tempo è passato velocemente.
A venirmi a prendermi all’aereoporto di Narita, e ad indicarmi quale degli autobus dovevo prendere in seguito è stata Miki, amica della mia dolce metà, che a breve avrei riabbracciato.
Ancora un ora di viaggio, ed eccomi a Skuba Center, punto d’incontro tra me, per l’appunto Keiko e Ryohei, il mio amichetto giapponese che in tale data festeggiava il suo compleanno.
Il giorno seguente, egli mi informò che era riuscito a trovare una casettina in Numabukuro, piccola prefettura di Tokyo, dove insieme a lui avrei soggiornato per l’intero periodo della mia vacanza.

Prima di sentirmi un tutt’uno con questa nuova realtà, dovetti superare degli ostacoli, ovvero, il cambio della moneta, e come utilizzare questa per poter usufruire dei mezzi di trasforto; anche la lingua era un problema, ma nei mesi antecedenti avevo ‘studiacchiato’ un po’ di giapponese, quel che bastava per farsi comprendere.

La rete dei trasporti è molto ampia e un po’ complessa.
Fortunatamente, non dovetti apprenderla tutta, mi bastò imparare a muovermi tra la linea metropolitana e quella in superficie, cosa non da poco, visto le numerosità di queste.
Un altro punto curioso, è legato alla tariffa dei biglietti, che cambiano il loro costo in base al tragitto che si vuole effettuare, e alle relative macchinette, che ne consentono il relativo pagamento.

“La “Yamanote line”, la linea circolare posta in superficie, è la più usata, ed è quella che vi consentirà di spostarvi tra le stazioni principali, che possono essere per noi Loreto, Centrale, Duomo e Cadorna…”

Anche per i Giapponesi stessi, un uso frequente dei mezzi costituisce una spesa significativa, ecco quindi apparire un servizio per i cellulari, che calcolerà il giusto tragitto attenuandone la spesa.

Numabukuro


Numabukuro…eccomi giunto finalmente a destinazione!! Chissà quale verità sul Giappone stavo cercando, ma quella che vi trovai, fu senza dubbio quella che mi colpì più di tutte.
Rimasi sorpreso infatti, quando constatai che il piccolo paesino in cui ero giunto, era l’esatta fotocopia di quelli che si possono vedere nei fumetti (manga) e negli cartoni animati (anime).

Numabukuro, è il luogo giusto dove potersi rilassare e dove poter scoprire a piccoli passi, i modi d’uso e la cultura di questo paese.
E così, strada facendo, io e Ryohei, arrivammo al nostro appartamento.
Era un appartamento abbastanza vecchiotto, non ecessivamente piccolo (cicinotto, una stanzetta ed un piccolo giardino) e tutto in stile tradizionale.
Purtroppo, notai nel bagno, non vi era nessuna vasca e nessuna doccia dove potersi lavare, ( c’era giusto un piccolo lavandino ed un water in cui…ten ten ten ) ma per me, fu solamente una foruna;

infatti, da quel momento in poi, una nuova parola entrò a far parte del mio vocabolario giapponese: SENTO, ovvero bagno pubblico. Ammetto senza timore, che mi imbarazzai non poco la prima volta che vi entrai, tutti nudi in una grande stanza…..precedentemente, a casa di Ryohei, avevo gia avuto modo di provare il bagno tipico giapponese, ma questa in cui mi stavo imbattendo, era proprio un’esperienza nuova. e mi i piacque a tal punto, che tutte le sere ero la, sia in compagnia di Ryohei che da solo.

( mi sarei lavato cmq tutti i giorni, non ci andavo solo perchè era divertente, intendiamoci 😉 )
Vagai a lungo per tutta Numabukuro, e proprio vicino alla stazione, scoprii un fantastico “koen”, un parco, ed un fantastico ristorante, dove mangiai più volte dei fantastici “tempura udon” (nel mio caso, yasai udon, in quanto sono vegetariano).
Forse, la parola “ristorante”, non è la più adatta per definire i piccoli luoghi dove poter mangiare in Giappone, ma ad ogni modo, è importante sottolineare, che essi sono suddivisi per tipologie, chi più per la “Soba”, chi per gli “Udon”, “Sushi ” e così via dicendo. Certo, è possibile andare in ristoranti dove è possibile trovare di tutto, ma senza dubbio, i primi sono molto più caratteristici ed economici.

Di seguito, tre foto scattate all’interno del mio “ristornate” di udon preferito….tabetai….

Shibuya


Chissà quante volte, nei videogame automobilistici avrete visto il tracciato riportante questo nome.
Molte volte immagino… Ebbene si, il fascino che shibuya trasmette di notte è senza eguali; ma procediamo per gradi.
Decido di passare una giornata a Shibuya, così, defiisco un punto di incontro dove potermi vedere con la mia “guida”, e proseguire così la mia giornata..

In Giappone, esiste una storia abbastanza commovente avente come protagonista un cane, il quale per anni, andò alla stazione ad aspettare il suo padrone. Purtroppo, un giorno egli morì, ma il cane, tanto gli era affezionato, continuò ad aspettralo nello stesso luogo tutti i giorni.
Il suo nome è Hachiko, e a lui è stata dedicata una statua, perchè il suo ricordo non svanisse velocemente.
Ed ora, grazie ad essa, la maggior parte degli stranieri e gli stessi giapponesi, si danno appuntamento davanti ad essa, e come potete vedere, anche a me è stata consigliato il medesimo luogo.

Ben presto si fa sera, e come per incanto, il sole, cede il compito di illuminare la città alle insegne pubblicitarie e ai grandi schermo, che posti sui lati alti dei palazzi, donano a qusto luogo un fascino tutto futuristico.
Penso che Shibuya, sia il posto ideale dove passare una sera con gli amici e non solo…, ma prima di organizzare dove andare, è bene tenere in considerazione, che il servizio dei trasporti giunge al capolinea a mezzanote circa….quindi…. “il dove” dormire diventa un problema.

Anche a questo, i giapponesi hanno trovato una soluzione, che si chiama internt point!!
Quesi infatti, oltre che ad offrire un servizio internet che tutti conosciamo, mettono a disposizione tutte le uscite dei manga, e per ogni postazione, (questo per gli internet point più moderni) un videoregistratore, un lettore dvd e una playstation 2.
Visti tutti i confort che queste postazioni offrono, sarebbe quasi stupido non pensare di trascorrere li parte della notte….un’altra soluzione sono i love hotel, ma qui non mi soffermo, quindi a voi, la volontà di cercare sulla grande rete, informazioni più specifiche in merito ad essi e a cio che ofrono ^_^.
Alcune foto che cratterizzano il centro di Shibuya….

Si sa, il Giappone, oltre che ad essere considerato il paese del pesce crudo, è conosciuto particolarmente per l’alta tecnologia che produce.
A Tokyo, c’è un quartiere dedicato unicamente ad essa, ed Akihabara è il suo nome.

 

Qualche fermata sulla Yamatone Line, ed eccomi nella ‘Elettric Town’.
Anche qui, la quantità di persone è notevole, e basta camminare qualche minuto, per rendersi conto che è frequentata anche da molti turisti.
L’elettronica, i Videogames, i manga e gadget, rendono Akihabara il luogo degli otaku, luogo che per noi stranieri invece, è sicuramente considerato il paese della cuccagna.

All’otaku, potrebbero essere attribuito il significato di “fissatone” o “accanito collezionista”, ma cio che più importa, è che è grazie ad essi che questa realtà fittizia ha preso vita e forma, quasi anch’essa fosse una forma d’arte…..
e chi lo sa, forse lo è per davvero.
I principali concorrenti nel campo dei videogames casalinghi e portatili, sono sicuramente Nintendo e Sony, mentre se si parla di sala giochi, non esistono concorrenti che possano controbattere la il marchio SEGA.
A differenza dell’Italia, qui in Giappone, le sale giochi sono il pane di tutti i giorni!!

In esse, è possibile trovare qualsiasi forma di intrattenimento ludico, sviluppati sia per i più piccini che per i più grandi.
Ecco a voi qualche foto del Club Sega che ho visitato.

Ci sono altre sale giochi dalle dimensioni molto più ampie, ma non mi sono soffermato molto su questo settore, ho preferito trattenermi più sull’ hardware casalingo (le console).

La sera giunge anche ad Akihabara, e dopo tutto questo “tram tram”, sento il bisogno di rilassarmi un po’, bevendo qualcosa di dissetante e gustoso.
Se non erro, il nome di questo cocktail è “Ice milk coffè”, ed “Excelsior cafè”, è quello della catena di locali dove è possibile degustare questa bevanda.

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Ebisu


Molte volte ci si domanda se il Giappone sia veramente uguale al Giappone che siamo abituati a vendere nel fumetti e nei cartoni animati.
Penso che alcune delle foto che avete visto ve ne abbiamo dato gia una prova, ma la conferma più eclatante, la ebbi quando visitai Ebisu.
…Quel giorno ero diretto ad Akihabara, ma sbagliai a prendere il treno, così presi in mano subito la mappa della città, e notai che lungo la mia errata direzione, c’era la fermata di Ebisu.
Ryohei, mi aveva consigliato di visitare quella prefettura, in quanto molto interessante, e così, approfittando del mio errore, mi ci diressi….

Arrivo ad Ebisu, ed incomincio a camminare in lungo ed in largo, ma nulla di particolare colpisce la mia attenzione.Quasi deluso, deciso di mangiare un boccone per riconquistare un po’ di fiducia nelle parole di Ryohei.
Squilla il cellulare, è Toshi, e mi sta chiamando da Morioka!!

La sua telefonata mi consolò molto, se la stava passando bene, a differenza di me, che mi sentivo un po’ un pesce fuor d’acqua.
Fortunatamente, anche lui conosceva Ebisu, e così, mi consiglio di andare a visitare il“the garden”.

Vedo un cartello, indica il posto indicato da Toshi, così mi dirigo per quella direzione.
Poco dopo, mi volto sul lato sinistro della strada che sto percorrendo, e noto una normalissima gradinata, ma nessuno sa che atrraverso essa percepisco un fascino senza eguali.
Il parco più attendere, mi dirigo e salgo la gradinata.

In quel momento, provai la sensazione più bella di tutto il mio viaggio. La realtà divenne un tutt’uno con la mia fantasia, ed io mi ritrovai all’interno di un fumetto, avente come protagonista il sottoscritto, e avente come trama, la storia che sin da piccolo io stesso avevo creato.

Adesso, mi trovo in un’area differente da quella in cui ero prima, simile per stile e per forma a Numabukuro, ma dalle dimensioni molto più ridotte….ed questo ed è cio che amo più del Giappone, la sua semplcità.
Ogni vicolo, ogni strada, ogni particolare suscita in me forti emozioni, al punto da dire: ”mollo tutto e vengo a vivere qui”.
Questa frase l’ho ripetuta chissà quante volte, ed un giorno, quando le possibilità per lo permetteranno, farò si che le parole diventino realtà.

Penso che molto di voi mi capiranno, e chissà quante volte, anche a voi, la stessa frase vi avrà bombardato la testa….
Comunque sia, alla fine visitai anche il parco, ma per tutto il tempo, i miei pensieri erano rimasti la, in quelle viuzze tipiche dei cartoni animati.

Fine

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